Commemorazione Vittime del Vajont
Lettera aperta al Popolo Veneto – Tragedia del Vajont
20 novembre, 2025 di
Commemorazione Vittime del Vajont
Staff Repubblica Veneta
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Su proposta del Camerlengo Carlo Dotto la Comunità Belluno 1420 ha organizzato in data 08.11.2025 la commemorazione delle Vittime del Vajont, tragedia avvenuta il 09.10.1963 che causò la morte di 1917 persone accertate.

L'evento ha avuto luogo nelle Chiesa del cimitero monumentale a Fortogna con la celebrazione di una Messa a suffragio celebrata dal Pret del Popolo Veneto Don Floriano. Al termine la deposizione di un mazzo di fiori presso il locale monumento e la lettura di un messaggio da parte del Camerlengo Dotto. 

Ufficio Comunicazione
Venezia 15 novembre 2025 

Lettera aperta al Popolo Veneto – Tragedia del Vajont


Prot. 01/25.11.002.CD               

Cosa ci rimane impresso nella memoria di questo fatto devastante che ha distrutto gli affetti di quanti ne sono sopravvissuti e ha tolto la vita a quanti sono stati ghermiti dalla loro quotidianità senza colpa alcuna?

Dobbiamo forse limitarci a piangere ed a ricordare le migliaia di vittime innocenti e perdonare coloro che per ignavia, per paura e per cupidigia ne sono stati i carnefici? Va ribadito con forza che la devastazione provocata dal “VAJONT”, non è stata una casualità, ma, senza tema di smentita, va annoverata come una calcolata “STRAGE DI STATO*” [* per ogni riferimento successivo nel testo è inteso lo Stato italiano - NdR].

Infatti, pur essendo a perfetta conoscenza che l’opera da realizzare (diga e bacino idrico), si insediava su un territorio geologicamente non adatto a sopportare quanto previsto dal progetto, s’è dato comunque il consenso alla sua realizzazione, ignorando le proteste delle popolazioni delle comunità locali ed ignorando le indicazioni tecniche che mettevano in piena luce tutte le criticità del progetto.

Ora, dobbiamo porci delle domande, sul perché l’opera è stata realizzata su questo territorio, su chi ha la responsabilità di aver approvato e fortemente voluto che tale opera fosse realizzata e su chi ha pagato il prezzo più alto della “STRAGE DI STATO” provocata dalla devastazione del “VAJONT”.

Queste domande ci portano ad una disarmante realtà a cui si possono dare solo queste risposte:

1. Per realizzare il progetto (diga e bacino idrico), quale posto migliore può essere trovato, se non quello di collocarlo all’interno dei territori di una colonia (lo “Stato da Tera” della Repubblica Veneta), assoggettata all’amministrazione civile italiana, in cui le popolazioni residenti (le Comunità del Popolo Marciano), non hanno voce in capitolo sulle scelte decise dalle istituzioni dello Stato che occupa ed amministra illegalmente il loro territorio.

2. La responsabilità unica ed assoluta di aver approvato la realizzazione dell’opera e di aver gestito le successive fasi dei lavori preparatori per la messa in marcia dell’impianto, deve essere imputata esclusivamente alle massime istituzioni italiane in carica in quel periodo; nello specifico individuate nel Parlamento, nel Governo e nel Presidente della Repubblica dello Stato italiano.

3. Il prezzo della “STRAGE DI STATO” provocata dalla devastazione del “VAJONT” è stato pagato dal Popolo Marciano e dalle sue Comunità che per prima cosa s’è visto espropriare/requisire le terre che gli davano di che sopravvivere, poi, ha pagato con la perdita della vita di oltre 2.000 persone di cui si ha certezza, non conteggiando tutti i dispersi senza nome che hanno trovato la loro tomba in quei luoghi.

Al Popolo Marciano coinvolto nella “STRAGE DI STATO” cosa è toccato in sorte, oltre al dolore di essere stato privato degli affetti più cari e della perdita dei beni materiali; ai sopravvissuti, beffa nella tragedia, è stato fatto obbligo di accettare come risarcimento per quanto subito, il classico “tozzo di pane ammuffito”, con l’impegno di null’altro chiedere a risarcimento di quanto patito.

Memori di tutto ciò, di fronte al Popolo Marciano si aprono solo due percorsi; il primo percorso prevede la cancellazione dello spirito identitario che lo ha sempre contraddistinto e la sua omogeneizzazione nella marmellata informe di persone, tanto cara ai potenti che governano il mondo odierno.   

Il secondo percorso ci porta a lottare, per sciogliere le catene imposteci da chi ci occupa e ci amministra il territorio; ci porta a lottare per dare forza e continuità al cammino intrapreso verso la “libertà vera”; quella “libertà vera” che ci hanno tramandato e lasciato in eredità i nostri avi.

L’unico modo che abbiamo per conservare la nostra libertà e la nostra identità Marciana è di lottare per contrastare il tentativo di annientare il Popolo Marciano con la colonizzazione ed il genocidio sia fisico sia culturale messi in atto dagli Stati che occupano ed amministrano illegittimamente i territori della Repubblica Veneta.

Quindi, uniamoci tutti, lottiamo con coraggio per il futuro delle Genti che compongono il Popolo Marciano, affinché si ritorni ad essere liberi ed indipendenti.

Lottiamo per la libertà!

Lottiamo per il Popolo Marciano indipendente!

Viva San Marco!

Il Camerlengo
Carlo Dotto

Longarone 08 Novembre 2025 


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