La  Repubblica  Veneta
riconosce l’Emirato Afghano
17 agosto, 2021 di
La  Repubblica  Veneta
Staff Repubblica Veneta
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Prot. 04/21.08.001

Dalla lunga resistenza afghana, dalla fuga dei gendarmi americani e dei loro vassalli, dalla evaporazione del Governo fantoccio creato e sorretto dall’ “Occidente”, nasce in queste ore il nuovo Emirato dell’Afghanistan, un Afghanistan connotato quale Stato indipendente e sovrano, dunque meritevole di equa considerazione internazionale.

Il Primo Ministro inglese, Boris Johnson, chiede ai Paesi Occidentali di non riconoscere il nuovo Stato Afghano, le ambasciate dei Paesi “occidentali” stanno abbandonando i loro uffici a Kabul dove quasi solo i diplomatici cinesi e pachistani, russi e turchi sono doverosamente rimasti ai loro posti, rispettando quanto sta inevitabilmente emergendo dalle macerie provocate dalla cecità americana ed “occidentale”.

Anche la Veneta Nazione, anche noi siamo vittime delle mafie e dei guerrafondai internazionali che vent’anni fa sono intervenuti in Afghanistan – come nei Balcani, in Egitto, in Europa Orientale, in Iraq, in Libia, in Siria, ed in tanti altri Paesi – non per amore di libertà e di sacri valori, ma per puro desiderio di saccheggio, di sviluppo senza fine di industrie belliche e devastatrici del pianeta nell’interesse solo di pochi potentati, di dominio globale : nulla di limpido, nulla di concreto hanno fatto per impedire il radicamento sempre più profondo dei Talebani e le loro avanzate.

Ora i Talebani sono al Governo e non potranno più agire dall’oscurità; la loro vittoria è una realtà di cui dobbiamo prendere atto e che cambia i rapporti internazionali. Ora l’Afghanistan non è più uno Stato marionetta prostituito agli interessi di Washington e di alcuni suoi partner o vassalli, l’Afghanistan sta riacquistando i connotati di un Paese sovrano.

Noi non approviamo le politiche dei Talebani, e non dimentichiamo che la loro genesi è stata avviata e alimentata proprio dagli USA e dai loro vassalli. Ma - oltre a dover conoscere più e più millenni di storia e la complessità dei popoli, degli ambienti, dei ritmi comunitari afghani - dobbiamo prendere atto di quanto avvenuto nell’ultimo ventennio e della nuova realtà indipendente dell’Afghanistan, realtà con la quale è necessario e utile creare relazioni politiche, economiche e culturali: così come con tutti gli altri Stati, vicini o lontani che siano rispetto ai nostri valori.

Il Governo insediato fino ad ieri a Kabul e dissoltosi in poche ore era l’ennesimo Governo fantoccio, incapace di rappresentare l’Afghanistan se non come miniera da depredare senza scrupoli. La tenuta politica di quest’ultimo è stata ben espressa dalla ignobile fuga all’estero dei suoi componenti, l’infamia dell’occupazione “occidentale” è altrettanto tristemente espressa dalla ancora più ignobile fuga di miriadi di funzionari, di intere corti di “imprenditori”, di Ambasciatori, condannando alla disperazione, alla sottomissione ed alla schiavitù ed a morti atroci decine o centinaia  di migliaia di Afghane e di Afghani che, per sopravvivere, per due decenni avevano onestamente lavorato con essi.

Il caos politico dell’Afghanistan era innanzitutto specchio del suo stato di occupazione da parte di potenze straniere, cioè del calpestamento del Diritto Internazionale.

Una situazione analoga alla nostra: l’occupazione che subiamo da oltre due secoli determina la negazione della nostra identità che si traduce nel costante degrado sociale e morale, giuridico istituzionale ed ambientale.

La Repubblica Veneta, forte della sua storia e del suo prestigio, operando attivamente ed incessantemente nella rigorosa applicazione del Diritto Internazionale - anche nel percorso teso alla riconquista della propria indipendenza e sovranità – è chiamata a prendere posizione di fronte alla nuova realtà afghana.

Verosimilmente il nuovo Stato Afghano sarà in linea con molti altri Stati Islamici che praticano la Sharia e che negano in gran numero libertà individuali e diritti civili: come gli Emirati Arabi, il Qatar e l’Arabia Saudita, etc.

Il nuovo Stato Afghano tenderà ad imporre le leggi e il terrorismo politico e religioso che i jihadisti, sostenuti da Stati Uniti e “Occidente” volevano imporre in Siria. Ma nascondere la testa sotto la sabbia non risolverà alcun problema.

Di fronte a questo nuovo quadro internazionale, la seduta del Maggior Consiglio del 16 Agosto 2021 ha discusso  ed approvato le proposte di riconoscimento da parte della Repubblica Veneta del nuovo Stato Afgano e del suo Governo, in linea con  la tradizione istituzionale e diplomatica della Veneta Repubblica, nel rispetto del Diritto Internazionale che pure proprio alla Repubblica Veneta continua a venir negato; ed ha prodotto il presente documento, basato sul testo presentato dal Doge Albert Gardin al Maggior Consiglio stesso e su quanto è emerso nel corso del dibattito.

Giacché la Repubblica Veneta nella sua storia ha sempre rispettato le scelte interne delle altre Nazioni e non ha mai preteso imporre ad altri Popoli o ad altri Stati propri modelli culturali e socioeconomici, morali, religiosi, amministrativi, istituzionali e giuridici.

Nel 1453 abbiamo immediatamente riconosciuto il sostituirsi di un Governo Turanico e Musulmano al posto dell’asfittico Governo Ellenico e Cristiano ai vertici dell’Impero Romano di Costantinopoli, abbiamo riconosciuto lo Stato della Chiesa pur se questo ha sempre tentato di sottomettere la Veneta Repubblica e la Chiesa Marciana, abbiamo immediatamente riconosciuto i nascenti Stati Uniti d’America pur se negatori di libertà e diritti per noi fondamentali.

Con i Paesi cristiani ed islamici abbiamo sempre collaborato civilmente pur salvaguardando con rigore e con forza, quando necessario, le nostre prerogative di Nazione effettivamente sovrana.

Crediamo che solo in un rapporto di rispetto e di pace potremo contribuire - attraverso la continuità dai contatti e gli esempi forniti dalla convivenza e dal dialogo – a far fiorire anche nella società afghana i valori della libertà, della dignità e della giustizia.

Uno Stato-Civiltà come lo Stato Veneto non può permettersi di ignorare gli esiti disastrosi della hybris americana ed “occidentale”.

Proprio i secolari rapporti di benefica cooperazione tra Stato Veneto e lo Stato Ottomano, continuatore dell’Impero Romano di Costantinopoli, sopravanzano di molto le terribili parentesi delle guerre con esso, e confermano l’assennatezza della nostra politica.

Noi disapproviamo la politica aggressiva e prepotente delle coalizioni internazionali che calpestano l’indipendenza e la sovranità dei Popoli e delle Nazioni.

Riconoscendo lo Stato Afghano riaffermiamo la Veneta Civiltà e confermiamo la validità e la necessità del Diritto Internazionale, Diritto calpestato da tutti i potentati che da oltre due secoli negano alle Venete ed ai Veneti la possibilità di goderne.

16-17 Agosto 2021.

Il Maggior Consiglio della Repubblica Veneta

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