LAVORARE E MORIRE ?
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12 ottobre, 2021 di
LAVORARE E MORIRE ?
Silvano Viero
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L' UFFICIO DELLE ENTRATE TRIBUTARIE È TEMUTO COME FOSSE UN’ ANNUNCIO DI MORTE

COME CAMBIARE

Quando si entra nel mondo del lavoro, si vede il proprio reddito dilaniato rimanendo con un misero netto; si inizia a percepire il fisco non come un operatore che aiuta a facilitare la burocrazia impositiva, ma addirittura come un controllore che ti osserva come un carceriere osserva i detenuti.

Il fisco negli anni è divenuto materia di dibattito elettorale sia di destra e di sinistra, e con il passare degli anni le compagini politiche non hanno mai trovato una reale soluzione .

Non sono serviti i vari condoni, non sono stati semplificati i modi applicativi per la riscossione dei contributi, che nonostante le promesse fatte in campagna elettorale, anziché diminuire hanno trovato un costante aumento, sempre e solo giustificato dalla paventata evasione.

Seppur volessimo, non riusciremmo ad adempiere a tutte le pratiche dovute: troppa complicazione procedurale. Anziché semplificare per dare modo a tutti di adempiere al giusto contributo del mantenimento dei servizi statali, si continua a complicare tanto che nemmeno attraverso un commercialista permette ad una impresa per operare in discreta tranquillità. Tranquillità che viene messa in dubbio ogni qualvolta vi è un controllo da parte dell'Italia.

Da  sempre, i Ministri delle finanze italiani e i direttori della agenzia delle entrate sbandierano il programma “LOTTA ALL’EVASIONE”, ma la giungla del fisco rimane immutata, anzi peggiora, ed aiuta gli evasori.

Noi siamo sicuri di vincere una scommessa facilmente. Queste dichiarazioni serviranno a produrre commissioni parlamentari ben retribuite e alla fine, la montagna partorirà un topolino.

Ci chiediamo quale sia la logica di tutto questo sfacelo e chiediamo, da “uomini qualunque”: perché non si guarda a modelli ove il fisco funziona talmente bene che un evasore viene incarcerato qualunque sia la sua posizione sociale senza che nessuno si scandalizzi?

Questo succede esempio negli Stati Uniti d’America, prima potenza economica mondiale, e prima potenza militare, con oltre 900 presidi militari nel mondo.

Come mai in quel paese è cosa normale sentire come un onore il contribuire  a pagare le tasse?

Se si va a vedere si scopre subito la diversità dell’imposta e dell’imponibile. Se come dice la CGA di Mestre la tassazione in Italia è oltre il 67%, negli USA è del 33% sul reddito al netto. È molto diverso anche il modo di riscossione e controllo che avviene tramite un avviso personale per dimostrare eventuali detrazioni. Abbiamo descritto in forma semplicistica ma è quanto avviene nella realtà. Dopo un controllo è facile che il fisco ti renda un surplus o eventualmente ti mandi al processo.

Sarà questa differenza di imposizione che rende un uomo orgoglioso di pagare i contributi al suo paese?

Ci sono altri paesi che sono di esempio dove imparare un fisco equo e funzionale,  sicuramente sarà argomento di confronto nel prossimo futuro.

Un punto fondamentale che ci riguarda è che la lotta all’evasione non sarebbe un critico nella Repubblica Veneta. E’ dimostrato che nei Territori occupati della Repubblica Veneta vi è un enorme residuo fiscale (surplus)  già con la tassazione imposta dall’Italia, che i nostri cittadini non ne beneficiano nei servizi resi dallo stato occupante ma contribuisce a un controllo fiscale ancora più duro.

Si potrebbe pensare che nella Repubblica Veneta, su modello confederato, la tassazione sia paritetica a quella USA, con un modello di raccolta fatto dai comuni e ripartito tra il comune, comunità federata e confederazione. Questo perché il comune , essendo vicino al cittadino non solo è facilitato nel controllo ma è vicino anche alle difficoltà che un cittadino può avere. Solo una amministrazione vicina all’uomo/cittadino può agire affinché non possa incancrenirsi una situazione fiscale dannosa per entrambi.

Questo sistema di imposizione, non solo renderebbe responsabile il cittadino, ma anche le amministrazioni preposte alla erogazioni dei servizi, le quali se fossero pessime sarebbero subito percepite tali dai propri cittadini, che premieranno le più competenti e manderanno a casa chi del statale vuol farne un mestiere.

Una amministrazione al servizio e al giudizio del cittadino?

Si, questo sicuramente è possibile per i veneti, partecipando all’esercizio della

Repubblica Veneta.

 



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